La componente umana ha abbandonato quel corpo mostruoso per proseguire sulle proprie gambe un cammino di evoluzione e di maturazione già avviato all'interno delle massime istituzioni.
La parte equina continuerà a scalciare e ad agitar scompostamente la coda, ragliando ai quattro venti i propri eleganti vaffa: desiderosa di distruggere perché assolutamente incapace di costruire.
Ora non resta che far la conta. Quei dieci apostoli che Di Maio sembrava aver raccolto intorno a sé, son già diventati una sessantina, ed altri pare se ne aggiungeranno. C'è chi festeggia la dissoluzione grillina e chi inneggia alla nuova strada intrapresa.
I soli a tacere sono gli aspiranti compari del piddì, novelli Ponzio Pilato che col pallottoliere in mano cercano di comprendere con quale delle due schiere sarà per essi più conveniente allearsi: se con l'uomo o con la bestia.
Il gran spariglio apre nuove prospettive sull'anno elettorale che, all'indomani dei ballottaggi comunali, minaccia di entrare nel vivo. Si allarga l'area di un ipotetico centro, si allontana il temuto revival di un asse con la Lega e, soprattutto, si fa un po' di chiarezza: la parte migliore dei cinquestelle darà vita a un nuovo partito, quella peggiore continuerà a proporsi come un movimento.
In orbita perenne intorno al proprio ombelico.
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