Chi ha paura delle guardie? I ladri.
Chi ha paura degli inceneritori? La spazzatura.
C'è poco da meravigliarsi, allora, se la spazzatura continua a far muro per impedire la costruzione di un inceneritore che serva la città di Roma.
Così ieri, Lunedì 2 Maggio 2022, la spazzatura ha votato contro un decreto che stanzia quattordici miliardi di euro per aiuti alle famiglie e alle imprese, in sofferenza per gli aumenti dei prezzi dovuti alle vicende belliche, giusto perché alcune parole tra le righe sembravano spianare la strada alla quanto mai necessaria e urgente costruzione dell'inceneritore laziale.
Che Roma abbia bisogno di liberarsi della spazzatura, non solo di quella che alligna nei Palazzi, ma anche di quell'altra che ingombra piazze e strade, gradita soltanto a cinghiali, gabbiani e cinquestelle, è chiaro a chiunque sia ancora costretto a recarsi in questa città, vincendo la sensazione di paura, schifo e vergogna che essa suscita in ogni visitatore appartenente alla specie umana.
— Roma non necessita di inceneritori! — sostengono invece, in puro stile Lavrov, gli appartenenti alla specie dell'immondizia.
Per dimostrare di non averne bisogno, le autorità capitoline spendono l'equivalente del PIL di un Stato africano per spedire quotidianamente in Italia e all'estero interminabili treni diretti verso quei Paesi che gli inceneritori invece li hanno. E non se ne vergognano. Anzi, se ne fanno un vanto.
Se il risultato di tanto lavorio fosse una città tirata a specchio, senza animali morti sui marciapiedi e senza scritte oscene sui monumenti, nessuno si sognerebbe di contestarne la spesa. Ma la realtà sotto gli occhi di tutti ci mostra invece una città lurida, abbandonata, insicura, vandalizzata e malservita.
Ora sarebbe divertente se qualche giornalista d'assalto si introducesse di soppiatto in casa di qualcuno di questi paladini della spazzatura, per mostrarci come essi si comportino a tal riguardo nella propria abitazione: se tirano lo sciacquone per ripulire il vaso oppure, in omaggio alla salvaguardia delle risorse idriche, ne facciano volentieri a meno. Col vantaggio di ritrovarsi in breve tempo una stanza da bagno fatta a loro immagine e somiglianza.
Quanto ai rifiuti quotidiani, poi, chissà se anch'essi li spediscono all'estero con UPS o DHL, aggiungendo in tal modo al peso degli scarti quello degli imballaggi: due o trecento euro al giorno nella convinzione di aver eliminato i rifiuti, quando invece li hanno soltanto spostati. E non tutti. Ma, si sa, lupo non mangia lupo, e la spazzatura non vuole inavvertitamente ferire l'immondizia.
Se è vero che una capitale è la vetrina di un Paese, questa è talmente sporca da non poter neppure vederci attraverso.
Un inceneritore risolverebbe in quattro e quattr'otto il problema. In più potrebbe trasformare gli scarti in energia termica ed energia elettrica, anziché sprecarla per movimentare i rifiuti, o in compostaggi fertilizzanti. Liberando immense aree oggi destinate a discarica ma un domani, se necessario, coltivabili o edificabili.
Ma vaglielo a spiegare tu, alla spazzatura, che Roma e l'Italia starebbero assai meglio se decidessero una volta per tutte di liberarsene.
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