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Il punto sul MES

La preconcetta quanto tafazziana ostilità che trattiene il Parlamento italiano dal ratificare la riforma del MES, negandone i benefici agli altri Paesi aderenti, è insieme una certificazione di ignoranza, di egoismo di superbia, di masochismo e di profondo disprezzo dei nostri vicini. Se non di malafede.

Il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM, nella denominazione ufficiale), è un trattato del tutto estraneo all’Unione Europea (riguarda i soli 19 Paesi dell’Eurozona), che dal 2012 offre a quegli Stati che incontrino una temporanea difficoltà a finanziarsi sul mercato la possibilità (non certo l’obbligo) di accedere sotto precise condizioni ad un aiuto economico.

Si tratta insomma di una scialuppa di salvataggio: di uno strumento che nessuno si augurerebbe mai di dover utilizzare, ma che il solo fatto di averlo a bordo può rendere più tranquilla e serena la navigazione. 


Ne han sin ora fatto uso soltanto Cipro, Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia. Quest’ultima, in particolare, ne fece urgentemente richiesta dopo l’esplodere di un’inflazione fuori controllo dovuta a corruzione, cattiva amministrazione e malaffare. Problema tutto suo, se la Grecia non facesse parte dell’Eurozona. Ma un Paese dove gli stipendi crescono (in Euro) del 12% l’anno, contro il 2% degli altri, finisce col render ricchi (in Euro) i propri abitanti a spese dei Paesi vicini. Grazie al MES, la crisi greca è stata contenuta a livello locale, evitando un contagio che avrebbe indebolito l’intera area Euro, premiando per giunta quei pochi che l’avevano invece scatenata.

Non capire a che cosa in realtà serva il MES (evitare che le pazzie contabili di uno Stato membro danneggino l’intera Eurozona) è una manifestazione di abissale ignoranza. 

Sostenere che l’Italia non avrà MAI bisogno di ricorrere al MES è invece una manifestazione di ingiustificata quanto egoista superbia. Come dire che ci rifiutiamo di laureare medici e costruire ospedali, perché tanto noi non ci ammaleremo mai. 

Ma se anche così fosse, perché impedire ai Paesi vicini di dotarsi di un sistema sanitario efficiente? Non solo: se davvero ritiene di esser stata beneficiata dal Cielo di un’indistruttibile economia di livello tanto superiore, perché l'Italia non abbandona conseguentemente l’Eurozona e riprende a spacciare Lire? Se lo facesse, nessuno le chiederebbe di votare la riforma MES: uno strumento che mai più la riguarderebbe.

E invece no: l’Italia intende continuare a godere dei molti benefici dell’Euro, ma solo di quelli che al momento le servono, impedendo agli altri Paesi di godere di quelli che potrebbero al momento servire ad essi. Mostrando in tal modo estremo disprezzo nei confronti degli altri firmatari del trattato. 

Può esistere un atteggiamento più stupido, ignorante, masochista e dannoso di questo che pure la maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento tanto incoscientemente ostenta?

Esiste una sola possibile spiegazione: che non si tratti di stupidità, quanto piuttosto di furbizia. Che della stupidità è tuttavia parente stretta. 

E cioè che il rifiuto del MES nasconda in realtà uno dei tanti strumenti di ricatto ai danni dell’Unione per ottenerne in cambio qualche favore. Magari una riscrittura di quel «Next Generation EU» che l’italico PNRR non riesce per italica asineria a trasformare in realtà, col rischio sempre più concreto di dover rinunciare a una montagna di generosi finanziamenti. Un atteggiamento indegno di un grande Paese che, fuori dall’Italia, chiamano solitamente «mafia». All’interno dell’Italia, da Machiavelli in poi, preferiscono chiamarlo «astuzia». 

Un discutibile fine per giustificare il più vigliacco dei mezzi.

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