È la «generazione Z», dove la «Z» sta evidentemente per «zozzoni»: devoti della sporcizia che al mattino cercano spazio su giornali e tivù ma alla sera si ubriacano per strada, vomitano birra e vodka e spaccano bottiglie sui marciapiedi.
I costosi risultati delle loro azioni, diurne e notturne, sono sotto gli occhi di tutti. Ma ciò che desta maggior scandalo non è tanto l’asineria di chi è convinto che sia sufficiente l’energia prodotta da quattro mulini a vento per far marciare l’economia di un Paese avanzato (come se magicamente il ferro cessasse di fondere a 1500° e il vetro a 1700°, accontentandosi di una stufetta elettrica), quanto l’impunità di cui essi godono e si fan vanto.
È dunque questa la politica di una maggioranza che si autodefinisce «conservatrice», ma che in realtà conservatrice non è? Che lungi dal conservare mira invece a distruggere, a cominciare dalla legge fondamentale dello Stato fino ai consigli di amministrazione di ogni partecipata statale, regionale, provinciale, comunale o di quartiere?
È a questi «conservatori» che si chiede di mantenere viva la memoria, la Storia e la gloria dell’Italia, narrate attraverso le innumerevoli opere che l’abbelliscono?
O ci si dovrà invece rivolgere alla cosiddetta opposizione del sì-va-bè-ma-però, del c’è del buono in quel che fanno, del so’ regazzi? Della brace in luogo della padella?
E che nazione è quella che affida il proprio giudizio ai sentimenti del momento, anziché alla legge, unico discrimine tra una tribù di schiavi e una società di persone?
L’Italia non è più una monarchia: le leggi non sono più il frutto degli estemporanei malumori di un papa, di un principe o di un re. L’Italia è ancora una repubblica parlamentare, e dunque le leggi se le scrive da sé. E appone in calce a ciascuna la seguente dicitura: «È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare».
E quel «chiunque spetti» altro non è che il potere esecutivo, incarnato in Italia dal governo. Che però, beatamente, pensa ad altro. Alle sdraio e agli ombrelloni, agli show televisivi e al made-in-Italy.
Evidentemente convinto che la fontana di Trevi sia forse made in China, o Palazzo Vecchio opera di Kim Jong-un.
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