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I tiktokkati

L’amato capo che quassù ci governa ha a suo tempo disposto che gli umani non serbassero memoria di quanto visto o sentito nei primissimi anni della loro infanzia. 

Mai provvedimento fu più saggio! Quale ricordo potrebbero oggi avere, dei parenti vicini e lontani, quegli ex-bimbi che dovessero ricordare le mille infantili moine rivolte loro ai bordi della culla, agitando un sonaglino da poche lire acquistato in chissà quale mercatino? 

— E ghiri-gori-gori-gu! E biri-biri-bì! Lo senti come suona? Dinghi-dinghi-dì! È lo zio che te l’ha comprato, cuoricino di mamma!…

Eh sì. Tralasciando il loro primo dovere, che è quello di trasformare i bimbi in adulti, gli entusiasti parenti pensano di rendersi più graditi trasformandosi da adulti in bimbi. In una parola: rimbambendo.

Non diversamente da costoro, lungi dal voler gramscianamente elevare l’elettore, i nostri capipartito in odor d’elezioni han pensato bene d’affacciarsi in massa alla culla virtuale del TikTok. Lallando: ovverossia mimando il linguaggio di quei neonati che la frequentano. Rimbambendosi.

L’ultraottuagenario forzitalico, oscillando il capo al suono del tic-toc-tac, recita barzellette ancor più vecchie di lui e strizza l’occhio blefaroplastico a ragazzini affamati di certezze, più che di interessate carezze. 

Lo sgarbato nonno-capra alterna il narcisistico ritratto di se stesso con cartoni animati assai meno cartonati di lui. 

La predestinata va in onda con l’insegna «Pronti» sulla fronte. Manca il «Via!». Anche perché potrebbe essere frainteso: via verso l’ambito traguardo o via fuori dai piedi?

Più coraggioso il Salvinifico, che lascia aperti i commenti. Tra i mille insulti spiccano un «Saluti dalla Russia» e un «Sistemati il parrucchino». Il Nostro porge l’altra chiappa e distribuisce bacioni.

Maestro di furbizia, Enrico Letta manda avanti un giovanissimo cantore che ne tesse sperticatamente lodi, mentre alle spalle scorre un servizio fotografico del capo pelato dagli occhi di tigre degno di un matrimonio campano. 

Geniale Renzi neo-Fonzie, che si presenta coi capelli scompigliati e la pelle allisciata, in versione ragazzi-sono-dei-vostri. Qualcuno gli crede.

Scontato Conte, che nel più puro vittimismo cinqueastri spende più tempo a parlar male degli altri che bene di se stesso.

Che il sonaglino sia davvero da due lire, e i bimbi in culla più scafati degli interessati benefattori, lo dimostrano le centinaia di rimontaggi dei video proditoriamente lanciati in rete e prontamente restituiti al mittente insieme a un mare di insulti e sfottò. 

Ma i politici tiktokkati non si scompongono. Chissà? Forse un neodiciottenne su un milione potrebbe anche votarli. 

Comunque un voto in più. E non sarà costato neppure un centesimo.  

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