Che Agosto sia un mese poco propizio per le campagne, minacciate da incendi, siccità e colpi di sole, è un fatto che ben s’attaglia anche alle campagne elettorali, non soltanto a quelle coltivate.
Pare infatti che il caldo e il dolce far niente, insieme col maggior senso di libertà e a un aumentato desiderio d’apparire e di spendere, finisca in qualche modo con l’annacquare quel carburante di cui ogni competizione elettorale si alimenta: un mix di false promesse, nemici immaginari e paure amplificate.
— Votami! Ti raddoppierò la pensione e ti dimezzerò le tasse!
— Votami, o vincerà l’uomo nero! — (e pazienza se stavolta è una donna).
— Votami, o in pochi giorni questo Paese andrà incontro al disastro, e tu con esso!
Questi sono gli ami distesi ad ogni tornata elettorale nella speranza che i più abbocchino.
Ma quando ciò accade nel mezzo dell’estate, mentre un’abbondante metà della popolazione viaggia per lo stivale ed osserva coi propri occhi l'autentica realtà che lo circonda, chiunque può immediatamente verificare di persona quanto menzognere possano essere le allarmate dichiarazioni di tanti venditori di politica.
Vista da quassù, poi, una campagna elettorale in Agosto è cosa tutta da ridere. Mentre un interminabile serpente d’auto procede a passo d’uomo lungo le autostrade dirette verso il mare, la radio accesa narra di un Paese che non arriva a fine mese, di un popolo che non sa come pagare le bollette o mettere insieme il pranzo con la cena, di imprese costrette a chiudere con milioni di dipendenti sul marciapiede.Roba che a raccontarla tra i ghiacci di Gennaio, a tredicesima ormai deglutita, magari qualcuno se la berrebbe. Ma se stai dentro un’auto da 80.000 euro in coda ad un’altra da 150.000, anziché stipato in otto sulla vecchia Seicento con sul tetto la damigiana del vino e le valigie di cartone, difficilmente qualcuno proverà dentro di sé tanta immotivata paura del futuro: di quel sicuro inferno da cui nessuno, se non il tuonitonante portaborse Tizio, avrà le capacità, la generosità e la forza necessarie per salvarlo. Se eletto.
Quando poi ti ritrovi in fila, stavolta in piedi, alla cassa dell’autogrill, là dove un Paese di morti di fame tenta evidentemente di trasformarsi in morti di qualcos’altro, che per sovrappiù rifiuta il resto e lascia la monetina accanto al caffè, sorge in troppi il dubbio che ad aver in qualche modo esagerato sia stata forse la radio, piuttosto che la concreta realtà che li circonda.
Se suscitar false paure è così difficile, figuriamoci quanto possa politicamente rendere l’additare al popolo un falso nemico. In vacanza ci si va con gli amici, col dichiarato fine di lasciarsi alle spalle i nemici, siano essi il crudele capufficio o il vicino rumoroso, l’ex moglie avida di alimenti o la noia di una vita ripetitiva. Come convincere, dunque, chi ha appena dimostrato di sapersi liberare dai propri nemici, che altri nemici a lui sconosciuti ma assai potenti lo minacciano da vicino, e che solo l’onnisciente mazzettaro Caio avrà le capacità, la generosità e la forza necessarie per salvarlo?
Potrebbero forse trovar maggior ascolto le facili false promesse di una vita migliore. Ma come credere che un taglio di trenta centesimi delle tasse sui carburanti o una riduzione di quattordici euro del cuneo fiscale possano cambiare la vita, quando si è in vacanza là dove tutto è più caro e una pizza costa cinque volte di più che in città? E si constata che, tutto sommato, almeno una volta all’anno non è così impossibile permetterselo? Per di più senza dover ringraziare quell’aspirante scaldasedie Sempronio che promette di ristorare con banconote da dieci le tue spese da mille?
Agosto spunta ulteriormente le armi ormai consunte dei trafficanti di schede.
«Tutti possono vedere, ma pochi vanno a toccare con la propria mano», osservava Machiavelli (Principe, XVIII) sin dal Cinquecento. Il popolo vede (la televisione, i giornali) per undici mesi l’anno, ma ad Agosto tocca con mano e valuta quanto la realtà che i media raccontano coincida o meno con quella che si ritrova intorno. E così, quelle menzogne forse in altri mesi dubbie, Agosto le certifica invece come menzogne autentiche. E qual campagna elettorale potrebbe mai aver successo, costretta a depurarsi da tante piccole e grandi menzogne?
Questa è la gran novità che ci divertirà da qui a Settembre: assisteremo alla recita di una politica finalmente nuda, interpretata da attori anch’essi completamente nudi, senza foglie di fico o cespugli di menzogne dietro i quali nascondersi.
Nuda. Come la temperatura di stagione comanda.
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