Peccato che le fiamme, una volta appiccate, finiscano col distruggere tutto quel che incontrano sul loro cammino. Soprattutto quando i numerosi nemici decidono di alimentarle soffiandoci sopra il poderoso vento delle elezioni.
Così l’intemerata grillina non solo decreterà con ogni probabilità la morte di questo governo, ma finirà col certificare l’incapacità politica di Conte – passabile uomo di Stato ma decisamente inadatto al pollaio – e consegnerà le chiavi di palazzi e casseforti a quella che ottimisticamente in Italia continua ad esser chiamata «destra», e che solo un mal riposto italico pudore impedisce di etichettare col suo vero nome.
Brutta fine, per un movimento di descamisados asceso in pochi mesi dai bar di provincia ai palazzi del potere, ed oggi intento a minare il già pericolante tempio al grido di muoia Sansone con tutti i Filistei.
Con la non trascurabile differenza che i Filistei, nemici giurati di Israele, Sansone lo imprigionarono, gli rasarono il capo e lo incatenarono. Mica gli proposero di governare insieme a loro.
Lanciando ancora una volta in cielo il loro vaffanboomerang, i resti dei cinquegrulli mostrano al mondo di non esser neppure capaci di distinguere gli alleati dagli avversari, gli amici dai nemici.
Prova (ex)vivente che chi a suo tempo non ha saputo vincere, tanto meno è oggi in grado di saper perdere.
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