Ora, a parte che a tender la mano, prima ancora che la Russia, son stati per anni i molti italici postulan-politicanti, che qualche caritatevole monetina debbono pur averla raccolta, la «mano» russa anticovid del Marzo 2020 (costataci oltre tre milioni di euro) è consistita in alcune casse di cinesissime mascherine e altrettante di cinesissimi tamponi rapidi, qualche macchinario e ben 19 (diciannove) aerei da trasporto quadrireattori atterrati per la bisogna a Pratica di Mare. Insieme ad un piccolo esercito di occhiuti militari russi, visibilmente desiderosi di ficcare il naso un po' ovunque: dai ministeri a tutti gli edifici pubblici del Paese, con la pretesa di «sanificarli». Dei 104 membri della «missione», solo 32 erano medici o infermieri. I restanti 72 erano «altro». Spie, per i malpensanti.
Tanta italica ingratitudine, in tempi di «minaccia ucraina» alla Santa Madre Russia, è diventata nella mente di Putin un'orchestrata campagna russofoba che «lede i diritti dei cittadini russi in Italia». E giù un'infilata di esempi. A partire dall'Ucraino (Ucraino, mica Italiano!) che versò una secchiata di vernice rossa sul portone dell'ambasciata russa a Roma, per poi lamentarsi di una studentessa russa alla quale un medico bolognese avrebbe rifiutato una visita (l'Italia è il solo Paese al mondo che offre assistenza sanitaria gratuita a chiunque: anche a chi cittadino italiano non è), fino alle difficoltà poste da alcune banche nell'apertura di conti a cittadini russi (i maggiori controlli che le sanzioni impongono) e – udite, udite – alle «limitazioni» poste dall'Italia nell'accesso ai media russi! Detto da chi ha da tempo bloccato in Russia l'accesso a Facebook, Instagram, Twitter, BBC, Deutsche Welle...
Ora – a parte il fatto che, così come i diritti dei cittadini italiani hanno una loro validità solo in Italia e non in Russia, allo stesso modo i diritti dei cittadini russi valgono in Russia e non altrove – è stata la Russia, e non altri, ad inserire l'Italia nel famigerato elenco dei Paesi ostili, cacciando da Mosca un gran numero di nostri diplomatici. E parimenti l'Unione, di cui l'Italia fa parte, ha inserito la Russia nel proprio elenco di Paesi ostili, gravandola di sanzioni economiche e diplomatiche.
Accertata l'esistenza di tale reciproca ostilità, se cercassimo nel dizionario l'aggettivo «ostile», scopriremmo che esso deriva in linea diretta dal latino hostilis, da hostis: nemico.
Di che cosa dunque la Russia accusa l'Italia, a suo dire colpevole di «russofobia», se non di trattare i nemici da nemici, anziché da amici? Scordandosi peraltro che mentre gli amici li scegliamo noi, i nemici son loro a sceglierci?
Che sia Putin, l'«italofobo», prima ancora che gli Italiani «russofobi»?
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