Spopola su non pochi quotidiani italiani, di quelli in cui persino il pesce rifiuta d'essere incartato, il sottile discrimine tra armi «difensive» (liberamente inviabili in Ucraina) e «offensive» (da evitare).
La questione viene discussa con piglio dottorale e dovizia d'argomenti, come se diecimila anni di umane vicende non stiano lì ad insegnare che il bene o il male, l'offesa o la difesa non risiedano certo nell'oggetto, ma nell'uso che se ne fa. Come ben sanno tante suocere e mariti, spesso non innocenti bersagli di posacenere d'alabastro, macinapepe e piatti da cucina, oggetti evidentemente progettati per altri più pacifici usi.
Non è una notizia che il medesimo coltello possa essere utilizzato per affettare il pane o per uccidere, o che con l'atomo ci si possa distruggere il mondo o far marciare il frigorifero. Eppure ferve il dibattito tra chi sostiene che l'aiuto bellico necessario per frenare l'avanzata russa non debba andar oltre un provvidenziale svuotamagazzini di elmetti, giubbini antiproiettile, cerotti, pannolini e qualche maschera antigas, e chi invece spedirebbe volentieri missili, bombardieri e carri armati.
La vera notizia, cari umani, è che così come il muliebre mattarello può all'occasione rivelarsi duramente offensivo, anche un obice da 155 mm può esser considerato difensivo. Quel che davvero conta, è l'uso che se ne fa.
Ora, quale uso potrà mai farsi di un carro armato all'interno del conflitto russo-ucraino?
Esistono solo due possibili risposte: 1) se un carro armato, russo o ucraino che sia, spara AL DI FUORI dei propri confini, è sicuramente un'arma offensiva; 2) se un carro armato, russo o ucraino che sia, spara ALL'INTERNO dei propri i confini, è certamente un'arma difensiva.
Se questa premessa è vera, va da sé che l'unico possibile discrimine tra arma offensiva e arma difensiva è la linea di confine tra gli Stati. Una cannonata sparata dai Russi sul territorio ucraino è SEMPRE offensiva, così come lo sarebbe ogni cannonata sparata dagli Ucraini sul territorio russo. Allo stesso modo una cannonata sparata dagli Ucraini sul proprio territorio è SEMPRE difensiva. E si dà il caso che, in due mesi e mezzo di scontri armati, non una sola pietra è stata tirata dagli Ucraini contro i Russi sul territorio russo, mentre tonnellate di missili e bombe russi hanno colpito donne, vecchi, bambini, scuole, ospedali, abitazioni, città e paesi ucraini sul territorio ucraino.
Nessuna arma inviata agli Ucraini, se utilizzata dagli Ucraini solo ed esclusivamente all'interno del loro territorio, può essere considerata «offensiva»: dal momento che non è in alcun modo possibile «offendere» chi NON si trova all'interno del raggio d'azione di quell'arma.
Chiunque voglia sostenere militarmente la resistenza ucraina ed avere la certezza che gli aiuti inviati siano utilizzati a soli fini difensivi, non dovrebbe dunque porre limiti alla quantità o alla qualità degli armamenti, ma limitarsi a pretendere che di essi sia fatto uso solo ed esclusivamente all'interno dei propri confini.
E ciò basterebbe a chiudere definitivamente la questione.
Commenti
Posta un commento