Passa ai contenuti principali

Il penultimo dei Mohicani

L’ultima stella ad abbandonare l’orbita spaziale è stata quella di Massimo Bugani, grillassessore a Bologna, già stretto collaboratore di Di Maio e Virginia Raggi. 

Forse per motivi di rima, Bugani ha scelto di paracadutarsi in area Bersani, che rischia così di dover cambiar nome al gruppo: da Articolo 1 ad Articolo 2. 

Ma il neo arrivato non ne fa una questione di numeri: «È un piccolo partito fatto però da idee chiare e limpide», confida al Corriere che lo ha intervistato.

Una vicenda a prima vista marginale, quest’ennesima fuga per la non-vittoria, che si presta tuttavia ad alcune confortanti considerazioni. 


La prima è che ancora c’è chi fa politica per convinzione. Passando da una formazione piccola ad un’altra minuscola, nessuno potrà accusare questo eroico transfuga di aspirazioni carrieristiche. A meno che non si intenda etimologicamente per «carriera» quella strada (carreira) dove entrambi gli articoli rischiano di ritrovarsi in autunno. 

La seconda è che tanta purezza d’animo ha fatto di lui quel bimbo che, nella sua innocenza, può permettersi di additare al mondo la nudità del re. 

Alla domanda sul perché non si fosse tuffato anch'egli nel pozzo ampio di Letta, così si è difeso: «Prima bisognerebbe lanciare un manifesto politico chiaro, ambientalista, progressista e antifascista, in grado di accendere la speranza. E poi successivamente si dice: “chi condivide questo manifesto metta il dito sotto”. Io la smetterei di dire chi sta dentro e chi sta fuori e chi si vorrebbe escludere, finché non si decide il “cosa” si vuole fare». 

Un’osservazione tanto chiara, pertinente e veritiera ancora non s'era sentita, in questo disordinato principio di battaglia elettorale.

Il piddì si è finora ben guardato dall'esplicitare una linea politica men che generica o dal definire un coerente programma di governo, appelladosi piuttosto a imprecisate «agende sociali», mentre tenta di ricacciare frettolosamente sotto il tappeto quel pulviscolo divisivo che odora di cannabis, zan e ius sòla: ridicole cerbottane contro le testate nucleari salvomeloniane. 

Nell'illusione che si possa riempire il teatro selezionando prima gli attori, e poi costruendogli intorno un copione purchessia. 

E non viceversa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Elogio del «Non ancora!»

Se solo gli umani sapessero quanto tutto quel che più li preoccupa appaia più chiaro, visto da quassù!  C'è voluta qualche decina di migliaia di anni prima che i terrestri accettassero l'idea che la Terra fosse tonda (e molti ne restano ancora da convincere). A noi, da quassù, è sufficiente affacciare il naso  fuori  dalla nuvola per osservare il pianeta ruotare maestoso nel cielo.  Allo stesso modo ci stupiamo nel vedere i suoi abitanti consumare in sterili diatribe buona parte delle loro altrimenti fortunate esistenze.  Ed è buffo che spetti a noi, che vivi più non siamo, insegnare come vivere ai viventi!  Non meravigliatevi dunque se tra i nostri compiti vi è anche quello di elargire di tanto in tanto qualche angelico consiglio.  Il suggerimento di oggi è che gli umani aboliscano definitivamente l'uso del SÌ e del NO. Causa prima e perniciosissima di gran parte dei loro mali.  Dicono i Romani (queli de Roma, no' queli de Caligola): «Con un SÌ t...

La Quarta Europa

Mentre dalle frontiere ucraine i venti di guerra bussano prepotentemente alle porte, l’Unione Europea – o, per meglio dire, alcuni degli Stati membri, in particolare la Francia – avvertono l’urgenza di rafforzare la difesa europea, più che dimezzata dopo la Brexit e frantumata in 27 eserciti che non comunicano tra di loro. Uno solo dei quali (quello francese) dotato di armamenti moderni e basi all’estero, ed altri – come in Italia e in Germania – ancora limitati dai trattati di pace del 1947. A voler parlar sinceramente, una vera Difesa Europea non esiste. Esistono eserciti nazionali, mal coordinati ed in diversa misura armati. Forse capaci di distinguersi in circoscritte missioni di pace o di ordine pubblico, ma non certo in grado di rispondere in modo efficace alle crescenti minacce di una o più grandi potenze nucleari.  Come di fatto in questi giorni avviene.  Esiste una NATO, certo: un’alleanza difensiva sovraeuropea mostratasi in grado di proteggere il continente per un t...

Make The Earth Great Again!

La domanda è questa: vive più a lungo un’azienda o un essere umano? La Storia narra di aziende fallite il giorno stesso della fondazione, così come i giornali dan triste notizia di neonati mai venuti alla luce. Ma ci parla anche di aziende con diversi secoli di vita alle spalle.  Restando in Italia, la Pontificia Fonderia Marinelli porta benissimo i suoi 985 anni, così come le Cantine Ricasoli i loro 960. O il Monte dei Paschi di Siena – la più longeva al mondo tra le banche – i suoi 553. Ma alcuni alberghi termali in Giappone, di anni possono vantarne ben 1.320. Portati benissimo.  Dopo questa doverosa premessa, la domanda successiva è: dureranno più a lungo Apple e Tesla, o (politicamente) un Donald Trump? Nessuno può rispondere con assoluta certezza. Neppure noi che aleggiamo tra le nuvole.  Tuttavia, dovessimo scommetterci un euro e mezzo, lo punteremmo su Apple e Tesla, piuttosto che su Trump.  Aziende vissute mill’anni, come s’è visto, ancora ce ne stanno in gi...