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Rinforzare gli argini

I giochi son fatti. Più di un quarto dei pochi italici elettori si è inchinato davanti alla fiamma tricolore, che succhia voti tanto al tictoccato ottuagenario che al malcapitato capitano. 

Deludente quanto attesa la débâcle dei DP (Destinati a Perdere), che spiana la strada agli scalzacani rossoverdi a spese dei piùeuropeisti e del grillofuggiasco. 

Risultato utile, ma inferiore alle rosee aspettative, per il gatto d’azione e la volpe toscosaudita. 

Folla di questuanti, in parte siculi e in partenopei, per il descamisado depochettato che raddoppia invece il risultato previsto: unica sorpresa di una tornata elettorale da dimenticare. 

Spenti i riflettori e acquietatesi le strilla delle parti, la parola torna adesso alle istituzioni: al nuovo Parlamento, diverso dal precedente e suscettibile di ulteriori aggiustamenti nella formazione dei nuovi gruppi parlamentari; al Capo dello Stato, a cui solo spetta il compito di nominare il governo e chi lo presiederà; al governo medesimo, che una volta insediato avrà davanti a sé non una strada aperta, ma i binari fermamente tracciati del PNRR, che andrà portato a termine oppure abbandonato, e della collocazione euroatlantica, che andrà onorata o tradita. 

Compito della scompaginata opposizione, così come degli accordi e dei trattati internazionali che l’Italia dovrà comunque rispettare, sarà quello di rafforzare gli argini tra i quali scorre il fiume governativo, prevenendo quelle esondazioni che potrebbero modificarne il tracciato precisamente disegnato dalla Costituzione. 

Nulla di cui gioire, nulla di cui temere, finché il fiume si manterrà nel suo alveo. Finché i ministri terranno fede a quel giuramento che si apprestano a pronunciare (essere fedeli alla Repubblica, osservarne lealmente la Costituzione e le leggi, svolgere le proprie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione) e l’opposizione eserciterà con coscienza i propri doveri di contenimento e di controllo, senza vendersi ai controllati in cambio di qualche boccone da gettare in pasto agli elettori mai sazi.

L’Italia ha premiato i fratelli, è vero, ma non per questo dovrà rinunciare a padri, madri, zii e nonni attenti e responsabili, capaci di vigilare ed aiutarli a crescere. 

Panta rei, sostenevano gli antichi: tutto cambia. 

Sta agli Italiani, non ad altri, far sì che cambi in meglio. E non in peggio.

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