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Il malgoverno

Chiunque abbia ultimato con successo almeno la scuola media, non può non sorridere nell’udire gli strepiti di chi ancora è alle prese con gli studi elementari, ed accusa i magistrati di inseguire, con le loro azioni, oscuri fini di natura politica.  Verrebbe da dir: da qual pulpito! Perché, a rigor di Costituzione, non solo ai magistrati, ma neppure a un parlamentare o a un ministro è concesso piegarsi a un qualsiasi interesse di parte.  * * *  Deputati e senatori, una volta eletti, non rappresentano più il partito che li ha candidati, ma l’intera nazione: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato» (Cost., art. 67). Senza doversi sentire in debito nei confronti di una qualsiasi formazione politica. Movimento o partito che sia.  In conseguenza dell’art. 67,  non è concessa ai partiti alcuna cittadinanza in Parlamento, dove in luogo d’essi agiscono i Gruppi Parlamentari, ai quali ciascun deputato è libe...

I mulini e il vento

Si sveglia e insorge il presidente di uno dei due rami del Parlamento: quello che di norma se la dorme e se la russa.  Indossa l’elmo, imbraccia la lancia, innalza lo scudo.  Che è successo? È successo che il suo nome è comparso, insieme a quello di centinaia di migliaia di Italiani, in un traffico (a pagamento) di dati personali e riservati raccolti da un’agenzia investigativa privata e pronti ad esser rivenduti in forma di ricatti o di denaro: due valute equamente convertibili.  Un «dossieraggio», come un ardito neologismo lo definisce. Quel che tuttavia consegue l’effetto di render l’illustre vittima assai simile ad un vano quanto poco temibile donchisciotte, è l’inconsistenza del bersaglio contro cui egli con tanto animo si scaglia: la stampa, i «giudici», l’opposizione, le «sinistre»...  Tutti! Tranne il Governo, che di tutta la vicenda, invece, per quanto incolpevole è comunque per sua stessa natura responsabile.  Lo è perché è mestiere proprio del Governo...

Mano de piuma

Beffa albanese, per quei maestri d’espulsione che da quel Paese rischiano infine di restarne espulsi. Una sentenza del Tribunale di Roma, che blocca il rimpatrio dei fuggiaschi temporaneamente ospitati in Albania, sgonfia il palloncino della mano de fero (che puntualmente si rivela invece de piuma ) e ridicolizza un governo sempre pronto a latrare e mai seriamente a mordere.  Come molti (tutti?) i governi degli anni passati, anche l’attuale marziale compagine si è sempre tirata indietro dai propri doveri di potere esecutivo, preferendo sostituirsi al Parlamento come organo legislativo e scriversi da sé le leggi, piuttosto che applicarle. Senza peraltro neppure conoscere da che parte si cominci a scriverla, una legge, e sempre nella speranza che essa prima o poi si applichi da sé. Senza alcun intervento del potere esecutivo. Perché abbaiare rassicura tutti (alto latrato = governo possente). Mordere per davvero, invece, aliena  il voto di chi quei denti ha dovuto subirli. ...

Tra il fiume e il mare...

A Dubai gli Emiri emirano, gli Sceicchi sceiccano, gli evasori italiani se la godono, i Russi esclusi dai luoghi esclusivi ciucciano vodka e tirano coca, i lavoratori immigrati fanno tutto il resto.  Negli Emirati, gli stranieri impiegati nel tessuto ricettivo e produttivo sono il 90% della popolazione residente. Più della metà proviene dal subcontinente indiano (India, Bangladesh, Nepal, Sri Lanka). Marginali le presenze arabe (4% dall’Egitto, 5% dall’Iran, meno del 5% da Siria e Giordania).  Le paghe sono il doppio di quelle italiane. I Palestinesi in fuga dall’«oppressione» israeliana dovrebbero far la fila per chiedere di entrare. Invece, inspiegabilmente, negli Emirati non c’è alcuna quantificabile presenza palestinese. Come peraltro neppure in Egitto, dove si ferma allo 0,6% della popolazione, o in Arabia Saudita (1%). Le percentuali tornano visibili ad occhio nudo solo in Siria (3%) e in Libano (8%).  I Palestinesi vivono per lo più in Israele, dove rappresentano i...

Spiegabile, ma ingiustificabile

Spiegabile, ma ingiustificabile, la decisione israeliana di sparare sulle forze di interposizione ONU in Libano. E se non è stato difficile, per Netanyahu, chiamar prudentemente «incidente» i colpi del 10 Ottobre, certamente lo è riproporre la medesima definizione per quelli sparati sul medesimo obiettivo il successivo 11 Ottobre.  La spiegazione delle autorità israeliane, giustamente pretesa da tutte le nazioni impegnate nella missione UNIFIL ( United Nations Interim Force In Lebanon ), Italia in testa, è stata quella che proprio nei dintorni delle basi erano con tutta probabilità operative alcune rampe di lancio dei missili di Hezbollah.  Ciò che rende quella spiegazione del tutto ingiustificabile, invece, è il fatto che qualsiasi azione in tal merito poteva (e doveva) esser concordata con quelle stesse forze di interposizione, presenti in regime di extraterritorialità, interessate non meno di Israele a ripulire il Libano di criminali sciiti che vorrebbero impadronirsene. La...

Più della falce, poté il martello

Il campo c'era. Neppure difettava il concime. Coltivatori, poi, ce ne stavan fin troppi, ciascuno convinto della propria scienza. Eppure il campo non s’è allargato. Anzi, i litigiosi confinanti han rialzato di qualche centimetro i recinti, aggiungendo filo spinato soprattutto là dove s’affacciava quel minuscolo fazzolettino di terra proprietà d’un certo zappatore toscano.  Più della falce, poté il martello. Ed il campo sparì.  E se il problema fosse nelle piante, evidentemente aduse a piantarsi l’una con l’altra? Si trattasse solo di quello, sarebbe sufficiente estirpare le erbacce (tante) e curare le piante utili (poche): le sole in grado di dare frutti. Ma per farlo occorrerebbe un vero agricoltore, buon intenditore tanto delle piante come del terreno, ben attrezzato e desideroso di accrescere non solo la quantità, ma anche la qualità del raccolto. Non è certo questo il ritratto dell’attuale piddì, idra politico dalle poche teste e dalle troppe gambe, indirizzate ciascuna in...

Proporzionalità

L’Iran – che ha rivendicato oggi (4 Ottobre), per bocca del capo supremo Ali Hoseyni Khamenei, gli inauditi crimini del 7 Ottobre 2023 – è un Paese la cui superficie è oltre 74,5 volte più vasta di quella di Israele. Ma anche l’Iraq è 19 volte più grande, e la Siria 8 volte. Solo il Libano, quasi una Liguria del Medio Oriente, serrato com’è tra monti e mare, non arriva alla metà del piccolo Stato ebraico. I nemici che lo circondano, pertanto, occupano in totale una superficie pari a 102 volte quella di Israele.  Ciò nonostante, il clero che comanda in quelle quattro nazioni lamenta che i loro popoli siano spaventati e bullizzati da quel minuscolo francobollo di terra. Per giunta neppure interamente ebraico, ma condiviso con gli insoddisfatti nemici di casa: i Palestinesi. Che pur dopo esser stati schiavi per secoli – dal dominio ittita-babilonese a quello britannico, passando per Egizi, Romani, Bizantini, Arabi, Crociati e Ottomani – han rifiutato in armi quella Risoluzione ONU che...