Beffa albanese, per quei maestri d’espulsione che da quel Paese rischiano infine di restarne espulsi.
Una sentenza del Tribunale di Roma, che blocca il rimpatrio dei fuggiaschi temporaneamente ospitati in Albania, sgonfia il palloncino della mano de fero (che puntualmente si rivela invece de piuma) e ridicolizza un governo sempre pronto a latrare e mai seriamente a mordere.
Come molti (tutti?) i governi degli anni passati, anche l’attuale marziale compagine si è sempre tirata indietro dai propri doveri di potere esecutivo, preferendo sostituirsi al Parlamento come organo legislativo e scriversi da sé le leggi, piuttosto che applicarle. Senza peraltro neppure conoscere da che parte si cominci a scriverla, una legge, e sempre nella speranza che essa prima o poi si applichi da sé. Senza alcun intervento del potere esecutivo.
Perché abbaiare rassicura tutti (alto latrato = governo possente). Mordere per davvero, invece, aliena il voto di chi quei denti ha dovuto subirli.
Un po’ come accade in quei Comuni italiani (tutti), dove il sindaco non lesina di piantare ovunque i più assurdi cartelli con inderogabili limiti e severi divieti. Ma guai poi ad elevare una sola contravvenzione, se non al turista di passaggio (meglio se con anonimo autovelox). O saran voti persi.
Nulla di più facile, per chi è colto con le mani nel sacco, prendersela con colui che l’ha scoperto. Ovvero, come dal 1992 usa tra qualsiasi governo, con la Magistratura.
Stavolta, per giunta, con una punta di suprema ignoranza istituzionale: quando, per meglio rimproverarla, si giunge ad affermare che «la Magistratura deve collaborare con il Governo!». Scordando che si tratta di poteri costituzionalmente «separati» dello Stato, e che un potere che «collaborasse» con uno degli altri due minerebbe le basi stesse della loro reciproca indipendenza.
Detto ciò, alla radice del problema c’è come sempre una grande inspiegabile contraddizione: il Paese che in Europa viene universalmente ritenuto quello dai confini più sicuri, chiuso com’è tra le Alpi e il mare, non riesce a controllare (o forse non vuole) chi entra e chi esce. Disapplicando in tal modo non solo le proprie leggi, ma anche la Convenzione di Schengen. Danneggiando in tal modo non soltanto se stessa, ma anche – e soprattutto – gli altri Stati firmatari.
Per uno di quegli scherzi che solo la Storia sa apparecchiare, poi, ai traffici in Adriatico s’è andata a sommare l’altra vicenda della nave Open Arms, giunta anch'essa al pettine, che pure coinvolge direttamente il governo.
Un bell’ingorgo.
E a noi, osservatori per mestiere, altro non resta che osservare.
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