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Proteste e proposte

Ogni qual volta, in Italia, il meglio si scontra con il peggio, è sempre il peggio ad avere la meglio.  Lo si è visto con la fine del monopolio televisivo : lungi dall’assistere alla nascita di più ampie e qualificate proposte mediatiche, fatte di cinema d’autore, quiz d’alta cultura, musica e teatro, programmi di alfabetizzazione ed acculturazione, quel che invece s’è visto (ed ancora si vede), è stato l’improvviso irrompere della volgarità, dell’ignoranza, della bruttezza, del turpiloquio promosso a lingua, di una pubblicità non più spettacolarizzata e recintata nei caroselli, ma tracimante ovunque, senza riguardo per chi ascolta. E mamma RAI s’è presto acconciata ad assecondare i maleducatissimi figli in una competizione al ribasso, retrocedendo a quella triste diseducativa imitazione dell’imitazione che sta sotto gli occhi di tutti.   Non diversamente è accaduto al grande cinema italiano, cacciato dalle sale e precipitato nelle tivù on-demand : ridotto ad un apostrofo marr...

Perdere l'onore

Un ministro – ma anche un parlamentare, o un magistrato, o un qualsiasi individuo investito di un alto ruolo istituzionale – ha diverse possibilità per mettere a rischio il proprio nome, la propria reputazione, il proprio onore.  Per farlo, non è indispensabile violare col proprio comportamento il codice civile o il codice penale, ricevendone giusta condanna. È sufficiente molto meno: come ad esempio presentarsi in aula col costume di arlecchino, o indossare le larghe corna di un vistoso copricapo vichingo, o intonare a squarciagola dal podio una romanza d’opera. O anche conversare piacevolmente al telefonino dai banchi parlamentari, o leggersi tranquillamente il giornale, o lasciarsi pubblicamente andare al turpiloquio. Non è raro che ciò accada. Non tutti i parlamentari e i ministri sono signori, non tutti brillano di specchiata onestà, non tutti parlano la nostra lingua, non tutti disdegnano l’abuso di alcol o di altre sostanze.  Fortunatamente per noi, come già notava Tril...

Università e monasteri

C’era una volta il monastero: comunità di monaci o monache che vivevano di preghiera e di lavoro.  Fino all’anno Mille, il monastero fu anche l’unico luogo in fosse possibile dedicarsi agli studi. Principalmente dei testi sacri, ma anche di alcuni testi dell’antichità. Molti dei quali introvabili, prima che, nel 1455, Gutenberg inventasse il libro a stampa con caratteri mobili, facilmente replicabile in centinaia di esemplari. Oltre ad un certo quantitativo di volumi scritti, il monastero offriva allo studioso silenzio, solitudine, tempo, compagnia qualificata ed occasioni di conversazione.  Diversi erano tuttavia i suoi limiti.  Uno di questi era certamente l’orientamento quasi esclusivamente filosofico-religioso degli studi, causa prima della scomparsa di molti antichi codici, pazientemente erasi per poterne poi riutilizzare la pergamena come materiale di scrittura per testi più graditi a Dio.  Con l’eccezione di pochi trattati d’agricoltura, ancora utili per le ne...

Bendata e imbavagliata

I manicomi, in Italia, han chiuso i battenti nel 1978, con la legge 180, ma c’è chi oggi vorrebbe riaprirli. E non per rinchiuderci chi col coltello stermina la famiglia o incendia la propria casa, ma i magistrati italiani, fortemente sospettati di instabilità mentale.  I magistrati, non solo in Italia, sono simpatici a pochi. In particolare non lo sono ai delinquenti. Ogni procedura giudiziaria, per sua natura, si conclude inevitabilmente con un vincitore e con un vinto: il primo non potrà che dir mirabilia di chi l’ha giudicato, il secondo lo accuserà di  profonda ingiustizia, di odio preconcetto nei confronti di un innocente, di pazzia. Ad ogni processo, il giudice aggiunge alla sua lista un grato riconoscente amico ed un irriducibile nemico.  I guai cominciano quando la criminalità arriva al potere, come accadde alla vigilia della lunga stagione di Mani pulite, dopo che il crollo della Cortina di Ferro pose fine ai grassi finanziamenti che da Est e da Ovest furono per...

Cartucce a salve

Cessare il fuoco? Nulla di più semplice: sarebbe sufficiente che Hamas liberasse senza condizione alcuna gli ostaggi sopravvissuti che illegalmente detiene. Ma i terroristi di Gaza si guardano bene dal farlo.  A volerla dir tutta, il fuoco nell’area era cessato già da molti anni. Pur non guardandosi di buon occhio, Palestinesi e Israeliani riuscivano in qualche modo a convivere, mescolandosi sui medesimi territori come un tempo in America pellerossa e coloni, alternando lunghi periodi di forzata pace ad atroci episodi di tensione e di guerra. A riattizzarlo, quel fuoco, ci ha pensato Hamas. Con le distruzioni, i rapimenti e i massacri del 7 Ottobre. Azioni tali da cancellare per sempre lo status di essere umano di cui indebitamente si fregiavano le bestie che le hanno poste in essere, schifate persino dagli stessi Palestinesi. Quelli veri. Quelli che non scavano tunnel ma conducono una vita di famiglia e lavoro nelle città di Gerusalemme o di Tel Aviv, come nei villaggi della Cisg...

Superior stabat lupus

— Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, bevevano al medesimo ruscello. Il lupo stava in alto e un po’ più lontano, in basso, stava l’agnello. Allora il malvagio, spinto da insaziabile appetito, cercò un pretesto per attaccar briga: «Perché – disse – hai intorbidito l’acqua che sto bevendo?».  E l’agnello, tremante: «Come avrei potuto farlo, o lupo? L’acqua scorre da dove sei tu fino alle mie sorsate!». 
 Quello, colpito dalla forza della verità, aggiunse allora: «Sei mesi fa tu hai parlato male di me!»
 Rispose l’agnello: «Veramente... non ero ancora nato!»
 «Per Ercole! Tuo padre, allora, ha parlato male di me!», disse il lupo.
 E così, afferratolo, lo uccise dandogli una morte ingiusta.
 Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti. [Fedro, 20 a.C. - 50 d.C.] ~ • ~ • ~ Un vile attentato della Jihad islamica colpisce Mosca pochi giorni dopo le elezioni presidenziali, uccidendo 137 persone e ferendone 180. I terroristi si allontanano t...

L'orso ferito

Non è stata una bastonata alla Russia, la strage al Crocus City Hall dello scorso 22 Marzo. È stato un pugno ben assestato sulla faccia di Putin. Lo dicono i tempi di esecuzione: pochi giorni dopo il non inatteso trionfo elettorale del dittatore russo, prima ancora che potesse incoronarsene.  Un colpo che mette a dura prova il fondamento stesso di ogni dittatura: quel patto non scritto per cui una popolazione cede consapevolmente una parte della propria libertà in cambio di una maggior sicurezza. Lo stesso tacito accordo per cui i figli sopportano di buon grado le regole e le limitazioni imposte dal padre, ma solo se questi si dimostra poi in grado di proteggerli. Quando infine scoprono che quella promessa non è in grado di mantenerla, i figli finiscono col ribellarsi. O per scappare di casa. Colpito nella sua tana, Putin non ha adesso che una sola via d’uscita: convincere il mondo che il vile attacco non è stato personalmente diretto contro di lui, ma contro la Russia intera. E ch...