Quello, colpito dalla forza della verità, aggiunse allora: «Sei mesi fa tu hai parlato male di me!»
Rispose l’agnello: «Veramente... non ero ancora nato!»
«Per Ercole! Tuo padre, allora, ha parlato male di me!», disse il lupo.
E così, afferratolo, lo uccise dandogli una morte ingiusta.
Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.
[Fedro, 20 a.C. - 50 d.C.]
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Un vile attentato della Jihad islamica colpisce Mosca pochi giorni dopo le elezioni presidenziali, uccidendo 137 persone e ferendone 180. I terroristi si allontanano tranquillamente a bordo di un’auto con targa bielorussa.
L’attentato è orgogliosamente rivendicato dall’ISIS.
Diciannove ore dopo, Putin, incurante della rivendicazione, accende il sospetto su una possibile regìa di Kiev.
Undici indagati vengono fermati, tra i quali i quattro sparatori, immediatamente sottoposti a sevizie e torture, altrimenti dette, in Russia, «interrogatori».
Fermati nella stessa auto al bivio tra Ucraina e Bielorussia, Putin sostiene che fossero diretti verso le accoglienti braccia di Zelenszky, che avrebbe predisposto loro una via di fuga.
Temendo che Putin voglia scipparla dei «meriti» del sanguinoso (e costoso) attentato, l’ISIS lo rivendica ripetutamente con nuovi e differenti filmati, opera degli stessi attentatori. Inconfutabile prova d’autore.
La Russia, che non può ignorarle, precisa: «Sì: le braccia sono islamiche, ma la mente è ucraina!».
Kiev, che sin dal primo momento aveva dichiarato la propria estraneità all’azione, la cui esecuzione mai avrebbe affidato ad esponenti di una religione nemica, e che mai avrebbe scelto di attuare di questi giorni, quando è ancora in corso la richiesta ad USA e UE di ulteriori aiuti economici e militari, e tanto meno avrebbe potuto predisporre «vie di fuga» ad un’auto strafilmata e carica di terroristi che, per raggiungere l’Ucraina, avrebbe dovuto superare indenne i controlli di frontiera russi, quelli dei territori occupati e quindi la stessa linea del fronte, proclama ancor più forte la propria assoluta estraneità.
Il direttore dei servizi di sicurezza russi, Alexander Bortnikov, non ci crede e rincara la dose, affermando di aver certezza che «i terroristi di Mosca sono stati addestrati da Kiev. USA e GB coinvolti», e che «la Russia risponderà con misure di rappresaglia all’attacco dei terroristi».
Tradotto: uccideremo tutti. Dagli Americani fino ai perfidi Britannici.
[Putin, 2024]
Domanda: chi tra i due è oggi il lupo, e chi l’agnello?
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