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La pacchia

Fra le molte promesse tradite dal nuovo governo che tanto nuovo non è, la prima ad affondare tra le fameliche fauci dei neoappoltronati è stata quella «fine della pacchia» prematuramente annunciata, con strilla a salve, dalla neopresidenta Meloni: ortaggio e ostaggio della  vorace malapolitica che le brulica intorno.  La pacchia, in realtà, è appena iniziata. Per alcuni. Ce lo conferma la neoministra agli Affari Propri, quando auspica l’occupazione di quei pochi metri di demanio marittimo ancora liberamente accessibili: sottraendoli a quelli che in tempi non sospetti venivano chiamati «bagnanti» ma che la ripulitrice di spiagge chiama oggi «tossicodipendenti», a dispetto dei quintali di coca che animano le giornate di chi invece frequenta certi pretenziosi stabilimenti balneari . Il dichiarato intento è quello di salvaguardare l’«italianità degli spaghetti con le cozze in riva al mare», assediati dalle «multinazionali» desiderose di spacciare invece birre e panini. Quasi che g...

Cartoni inanimati

Si chiamerà pieffe il nuovo piddì di lotta e di governo, ma incapace di governare la lotta: quella fra i mille rivoli, correnti, rivoletti e scarichi fognari che scorrono al suo interno, pronti a contendersi la poca acqua rimasta anziché scavar nuovi pozzi? Dicesi «pieffe», perché la medesima lettera «F» identifica sia l’uno che l’altro vessillo che le due opposte ali del partito van sommariamente cucendo in vista dell’atteso congresso: quello dei Francescani e quello dei Faccendieri.  I primi, inconsolabili orfani di una classe operaia che non c’è più, si illudono di poter utilizzare i poveri in sostituzione di quell’antica specie protetta, e nel far ciò si ritrovano inconsapevolmente a percorrere quel medesimo sentiero battuto negli ultimi duemila anni dall’ultradestra cattolica, baciarosari da Papeete inclusi. E come novelle dame di San Perdenzo, al servizio degli ultimi, in una deriva antidemocratica che antepone i diritti delle minoranze alla primazia della maggioranza, finir...

Il diavolo e l'acqua santa

La super-impotenza mondiale dello zar dei vigliacchi, usa a misurarsi con vecchi, donne, bambini, disastrando scuole, abitazioni, acquedotti e ospedali con missili lanciati di nascosto dal comodino di casa, ha scovato un nuovo feroce avversario contro cui misurarsi: il terribile esercito delle guardie svizzere vaticane, che con le loro micidiali alabarde, per non parlar delle tute mimetiche visibili anche di notte, rappresentano un’intollerabile minaccia per il luminoso futuro della Grande Madre Russia. Il Paese più vasto del mondo timoroso del Paese più piccino al mondo. L’ambasciatore putiniano in Vaticano, la cui scrivania è appena più piccola dei 0,44 km² dello Stato che lo ospita, udita la condanna papale delle malefatte compiute dai mercenari buriati e ceceni, un tempo accusati di mangiarsi i bambini, ma che oggi si limitano ad arrostirli per poi lasciarli in pasto ai cani, ha immediatamente elevato il proprio grido di protesta: nessuno può sostenere che Buriati e Ceceni siano be...

Carta bianca

Dalla prima comparsa del virus a Wuang, la Cina ha pianto finora un totale di morti per Covid-19 pari a 4 (dicesi: quattro) per milione di abitanti. Contro i 6.454 del Perù, al momento il dato più alto al mondo, o i non meno trascurabili 3.005 decessi per milione dell’Italia (dati worldometers ).  Incapace di progettare una cura o un vaccino efficace, la Cina non ha saputo offrire altro rimedio al contagio se non un durissimo lockdown,  che rinchiude milioni di abitanti in case alveare recintate per l’occasione da barriere alte due metri. Misure forse giustificabili tre anni fa, al primo insorgere di un virus ignoto, privo persino di un nome, ma oggigiorno a dir poco prive di senso.  Non soltanto perché son sotto gli occhi di tutti gli ottimi risultati conseguiti da quei Paesi che han scelto la via delle campagne vaccinali di massa, quanto per il fatto che la graduatoria ufficiale dei decessi relega la Cina tra i Paesi in assoluto meno colpiti al mondo: felicemente situat...

Mele morsicate

Diciamocela tutta. Senza l’insaziabile curiosità di Eva e la muliebre predisposizione ad immaginare imprevedibili soluzioni ed inedite prospettive, insieme a un istintivo coraggio nel volerle ad ogni costo mettere alla prova, il mondo non sarebbe oggi che uno sterminato campo nudista con diecimila miliardi di forzati della felicità condannati a bighellonare in eterno. Come naufraghi su un’immensa fertilissima isola deserta. Dove si mangia, si dorme, si beve, ci si accoppia e ci si girano i pollici (strumenti di cui, non a caso, solamente gli umani e le scimmie dispongono) in un immutabile susseguirsi di giornate sempre uguali, senza mai un imprevisto o una necessità capaci di accendere un sogno e indicare una via verso cui progredire. Un mondo dove nessuno muore: né di vecchiaia, né di epidemie, né di malanni, né di battaglia, la cui popolazione non può far altro che moltiplicarsi esponenzialmente per miliardi di anni, senza nulla su cui litigare o discutere.  Date retta a noi alat...

Calma e gesso: è tempo di congresso

Dieci risposte per dieci domande. 1. Il piddì è un partito di sinistra? Occorrerebbe definire in primis cosa mai si intenda per «sinistra». Ogni volta che qualcuno si accinge a farlo, l’esito è l'istantanea nascita di un’ulteriore formazione politica. Ovviamente «di sinistra».  Anzi, della «vera e autentica» sinistra: Marx e Lenin, ma anche Stalin; Trotzky, ma anche la piccozza che lo ha steso; Palmiro Togliatti, ma anche Enrico Letta; l’aria pesante delle sezioni, ma anche la moquette dei consigli di amministrazione; la lotta, ma anche il governo. In un infinito susseguirsi di ossimori.  Ma se per «partito della sinistra» si vuol indicare il partito marxianamente e non marzianamente inteso, ossia l’organizzazione grazie alla quale una classe sociale emergente e avanzante (il proletariato) sostituisce al potere una classe sociale corrotta e decotta (la borghesia) con le buone (il voto) o con le cattive (la rivoluzione), ebbene: «quella» sinistra non ha più alcuna ragion d'ess...

Il generale inverno

È una Russia codarda e impotente, incapace di combattere a viso aperto, quella che chiama «operazione speciale» la vile azione di schiacciare un pulsante sul comodino di casa e scagliare migliaia di ordigni a lungo raggio contro donne, vecchi e bambini, con particolare predilezione per asili nido e ospedali. O assoldare a carissimo prezzo truppe mercenarie guidate da barbari famelici con licenza di massacro e di saccheggio. A corto di missili, ma non certo di vigliaccheria, dopo nove mesi di inutili assassinii e distruzioni, quell’infelice Paese scommette ancora una volta sul «generale inverno»: quel medesimo di cui si servì nel 1812 per infliggere un’umiliante sconfitta all’esercito di Napoleone, quando lo lasciò penetrare indisturbato fin dentro Mosca per poi tagliargli la via mentre il gelo dell’inverno ne decimava le truppe.  Allo stesso modo, colpendo le infrastrutture essenziali dell’Ucraina, dalle comunicazioni al gas, dalle rete idriche a quelle elettriche, incurante di un ...