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Dopo la frattura, la frittura

Così come le riunioni a porte chiuse hanno in breve tempo rimpiazzato tra i cinquegrilli il similtrasparente  streaming delle origini, allo stesso modo anche il vangelo della casa (il vaffangelo), un tempo istantaneamente indirizzato a chiunque non si prostrasse in adorazione dell'Elevato Ortottero, si è oggi trasformato in un prodotto ad uso esclusivo della casa: un privilegio riservato a quei pochi inquilini rimasti, che amano scagliarselo gelosamente tra di loro.   È la svolta sadomaso di un partito nato tagliandosi dapprima l'indennità parlamentare, poi il numero dei parlamentari medesimi, quindi gli stessi iscritti. Prima debattistizzandosi, poi decasaleggizzandosi ed ora in procinto di decontizzarsi. Bramoso dell'ormai prossimo e definitivo taglio elettorale. Un movimento che solo recentemente ha scoperto quanto sia più facile inventarsi dei nemici al proprio interno che non andarseli a cercare all'esterno. Anche perché di nemici se ne trovano sempre meno: la pov...

Meglio chiarire

Pare che nella Sua onnisciente saggezza, il Sempiterno che ci sta a capo abbia infine dato soluzione a un secolare quanto imperscrutabile mistero: perché nessun Italiano che si rispetti si è fin qui sognato di osservare per intero quei Dieci Comandamenti a suo tempo affidati al divulgatore Mosè?  Sembra che all’origine del fraintendimento ci sia una particolare italica incapacità di comprenderne il linguaggio, forse troppo limpido e chiaro per meritare l'attenzione di quel popolo, particolarmente predisposto all'attenta quadripartizione del capello e al pluridecennale dibattito che inevitabilmente ne segue.  Onde sanare tale millenaria incomprensione, le nostre Altissime Sfere han deciso di affidare al Ministero italiano della Funzione Pubblica, autore di una «Direttiva in materia di semplificazione del linguaggio nelle Pubbliche Amministrazioni», il compito di volgere detti Comandamenti in una forma linguistica facilmente accessibile anche alle popolazioni italofone.  Ed...

Servitor di tre padroni

Dovesse mai occorrere una prova dell'esistenza del nostro Capo, qual miglior testimonianza dell'imbacuccato patriarca Kirill che sbatte la faccia (quella posteriore) sul duro pavimento di marmo, dopo esser scivolato gambe all'aria sull'acqua santa che la Provvidenza ha avuto l'accortezza di voler spargere al suolo? «Nessuno può servire due padroni (Matteo, 6, 24)». Figuriamoci Kirill, che di padroni ne serve tre: non solo il suo Dio, a noi sconosciuto, non solo il denaro, ma persino Putin, che lo comanda a bacchetta.  La ricchezza non è mai stata particolarmente popolare, tra le nostre angeliche nubi. Non pagando affitto né tasse, senza spendere un soldo per mangiare, tantomeno per Sky o altri divertimenti (fornitici gratuitamente da voi umani), ancor meno in carburanti (grazie alle nostre ali a inquinamento zero), a queste latitudini il denaro non è altro che sterco del diavolo. Sin dai tempi di quella sventurata mazzetta versata dall'informatore Giuda ai solda...

Di parte, ma non partiti

Fra i tanti italici misteri che quassù ci affanniamo a interpretare e risolvere, uno in particolare rimane per noi assolutamente inspiegabile. I numeri ci dicono che il giornale quotidiano di gran lunga più venduto in Italia è anche il solo che possa definirsi certamente laico, certamente liberaldemocratico, certamente eurofederalista, certamente governativo, certamente moderato, certamente legalitario.  Verrebbe conseguentemente da pensare che questo sia l'orientamento politico della maggior parte degli Italiani, quanto meno di quella parte in grado di leggere e di scrivere. Pur tuttavia – e qui sta il mistero – è altrettanto vero che non esiste in Italia un solo partito che possa senza tema di smentita definirsi laico, liberaldemocratico, eurofederalista, governativo, moderato, legalitario.  Analizzando le posizioni pubblicamente dichiarate e privatamente non dichiarate dell'offerta partitica italiana, siamo giunti alla conclusione che tutti propugnano la medesima ideologia:...

I (ri)belli e la bestia

Si è spaccato il centauro. Quell'essere incerto dal busto umano e dal corpo bestiale che è stato fino ad oggi il movimento ha finalmente fatto outing , mostrando senza vergogna al mondo la sua duplice natura.  La componente umana ha abbandonato quel corpo mostruoso per proseguire sulle proprie gambe un cammino di evoluzione e di maturazione già avviato all'interno delle massime istituzioni.  La parte equina continuerà a scalciare e ad agitar scompostamente la coda, ragliando ai quattro venti i propri eleganti vaffa : desiderosa di distruggere perché assolutamente incapace di costruire. Ora non resta che far la conta. Quei dieci apostoli che Di Maio sembrava aver raccolto intorno a sé, son già diventati una sessantina, ed altri pare se ne aggiungeranno. C'è chi festeggia la dissoluzione grillina e chi inneggia alla nuova strada intrapresa.  I soli a tacere sono gli aspiranti compari del piddì, novelli Ponzio Pilato che col pallottoliere in mano cercano di comprendere con q...

«Denazificare» Kaliningrad?

C'è un brandello di Russia conficcato nel bel mezzo dell'Unione Europea, tra Lituania e Polonia: un corpo estraneo che i confinanti vivono col medesimo entusiasmo che riserverebbero a un foruncolo fra le chiappe, o a un sassolone nelle scarpe, o a un'unghia incarnita.  Si tratta della regione russa di Kaliningrad: 15.125 kmq che ospitano circa un milione di abitanti, la metà dei quali residenti nell’omonima città un tempo tedesca (l’antica Könisberg), rasa al suolo e poi occupata dall’URSS nel 1945. La regione è affacciata sul mar Baltico per circa 150 km, confina a nord e ad est con la Lituania per circa 190 km e a sud con la Polonia per circa 205 km.  L'importanza strategica di questo straccio di territorio non consiste soltanto nella possibilità di mantenere una parte della flotta russa sul Baltico, ma anche nella posizione centrale rispetto all'UE, tenuta costantemente sotto mira da una delle più vaste stazioni missilistiche nucleari del Cremlino. Se questa zoll...

Il complesso del centauro

I ripetuti scambi di cornate tra Giuseppi e Di Maio non sono che un'ulteriore manifestazione (di cui poco si sentiva il bisogno) dell'infantile ignoranza istituzionale e politica che anima il movimento fannullista-terrapiattista.  Esiste un confine invalicabile tra le istituzioni e la politica. Le prime detengono ogni potere, declinato nelle tre distinte varianti: legislativo , esercitato dal Parlamento; esecutivo , messo in atto dal Governo; giudiziario , amministrato dalla Magistratura. La politica, invece, non dispone di alcun potere e non ha altro ruolo se non quello di raccogliere le istanze di una parte (se si tratta di «partiti») dei cittadini per trasformarle in proposte politiche, ossia compiute e articolate proposte di legge.  La differenza tra un partito e un movimento, poi, consiste nel fatto che il primo inquadra le proprie proposte all'interno di una visione complessiva del mondo, il secondo porta invece avanti una o più proposte (il divorzio, l'eutanasia,...