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Invasioni e guerre

Il dizionario dei sinonimi e dei contrari ci conferma che l'opposto della parola «guerra» è certamente «pace». Il medesimo volume ci segnala tuttavia che il contrario della parola «invasione» è invece «liberazione».  La differenza non è da poco. Perché in mancanza di una vera e propria guerra non può esistere una vera e propria pace, e la sola opzione possibile per l'aggredito resta pertanto quella di scomparire, oppure di ricacciare indietro l'invasore  Possiamo chiamare «guerra» quella di Putin contro l'Ucraina? Certamente no. Una guerra consiste in un conflitto armato tra due contendenti di pari peso, come usa nella boxe, dove ciascuno dei pugili ne dà e ne prende grosso modo in egual misura. Ne discende che, onde poter definire «guerra» lo scontro in atto tra Russi e Ucraini, dovremmo veder morire non solo i civili ucraini, ma anche i civili russi; veder rase al suolo non solo le città ucraine, ma anche quelle russe. E via distruggendo. Ma si dà il caso che il solo ...

Capriole

Niente diverte gli umani più dell'osservare gli animali quando fanno le capriole. E nulla diverte noi alati più dell'osservare gli umani cimentarsi nelle medesime capriole.  L'ultima che ci è stato dato di osservare è quella di un capopartito di governo impegnato in spassosi rivolgimenti e contorcimenti, al solo scopo (almeno si spera) di divertire i suoi padroni e far cadere il governo.  Riassumiamo.  L'Unione Europea — che in quanto alleanza tra Stati, e non Stato federale essa stessa, non era affatto tenuta a farlo – ha dato vita a un piano comunitario (Recovery Plan for Europe) che, sommato al Next Generation EU,  si propone di elargire 2.018 miliardi di euro per dare un forte stimolo all'economia europea, sofferente per la pandemia.  L'italico stellone ha fatto sì che, stante l'Italia all'epoca della redazione del Piano il Paese più colpito, spettasse ad essa la fetta più grossa della torta: ben 235,12 miliardi sui 750 stanziati dal solo Recovery Pl...

Osteria del Rosatellum

Inutile lamentarsi se tra le varie specie che allignano nel vostro Parlamento, quella umana è decisamente minoritaria. E tampoco serve indignarsi se le altre istituzioni che elettoralmente da esso discendono, finiscono col replicarne la medesima percentuale zoologica.  Il problema sta come sempre alla radice: in una legge sedicente elettorale (una delle tante, di volta in volta confezionate a misura della maggioranza del momento) che non consente in realtà di eleggere alcunché. L'elettore (si fa per dire), può tutt'al più esprimere una vaga simpatia per un partito, ma in nessun modo può scegliere tra i nomi proposti sulla scheda quello di suo maggior gradimento.  Tale legge anelettorale , ancor oggi vigente – se, valida, non verrà una man dal ciel a disintegrarla – si fregia del nome del suo ideatore. Si chiama Rosatellum, non Socratellum o Aristotellum, perché l'illustre pensatore che l'ha redatta si chiama Ettore Rosato, oggi presidente dell'aspirante partito Ital...

La rivolta dei papponi

È nel secondo giorno della creazione che il nostro Capo ebbe la splendida idea di creare la luce, e nel terzo il mare, ma è solo in epoca più recente che alcuni umani, appartenenti alla diffusa specie delle  vulpes praedatoriae , han pensato bene di impossessarsene per trarne facili e sempre più lauti profitti. Nacquero così le concessioni balneari, con le quali uno Stato sovrano ha consentito a numerosi esponenti della predetta genìa di recintare ampi tratti di non più pubblica spiaggia per metterli a frutto con sterminate piantagioni di ombrelloni. Tutto ciò a fronte di un modestissimo compenso (per lo Stato), di tariffe sempre più alte (per i cercatori d'ombra), di servizi sempre più scadenti (perché creare nuove attrattive, se bastano quelle del mare e del paesaggio, gentilmente offerte dal Creatore?).  Così, mentre il mondo è progredito a passi da gigante, osservando compiaciuto l'evolversi del gettone telefonico in smartphone, della bussola in GPS, del televisore in maxi...

Il mondo diverso del Metaverso

Occorrono mille fessi per fare un furbo, diecimila poveri per fare un ricco, centomila followers per fare un influencer . Ma serviranno almeno un miliardo di fessi, poveri e followers per far nascere e prosperare il metaverso: il finto mondo di domani che offrirà una finta vita ad una finta umanità che ad altro non aspira che a consumare la propria esistenza senza scostarsi di un metro dal proprio divano.  La grande trovata che sta alla base del metaverso è racchiusa in una semplice domanda: è meglio vivere una triste e squallida vita reale o una gioiosa e splendida vita virtuale? La fine dell'età industriale in Occidente ha messo sulla strada centinaia di milioni di occupati a formazione zero, addetti in fabbrica alle lavorazioni più semplici, dall’avvitare bulloni al verniciare una sedia. Lavoratori generici non impiegabili altrove, solo in parte assorbiti da un terziario sottogarantito composto per lo più da magazzinieri, commessi, lavapiatti, fattorini. I cui salari e stipendi,...

Questioni di viciNATO

Il Calimero di tutte le Russie continua a sentirsi minacciato. E mica dall'orrida immagine di se stesso che vede ogni giorno riflessa sui mille specchi delle sue brame che moltiplicano le settecento stanze del Cremlino, ma dal fatto che la piccola Finlandia e (forse) la piccola Svezia, impaurite dall'improvvisa aggressività del grosso vicino (ed ex-padrone di casa) intendono far domanda di adesione alla NATO.  Ora, mettevi negli (spessi) panni dei Finlandesi, e immaginate d'esser nati in un Paese poco più grande dell'Italia (338.424 kmq contro i nostri 302.073) ma con un decimo degli abitanti (5,5 milioni contro i nostri 59), gravato da un clima infame che neanche nelle più calde giornate di Luglio va oltre i 14° e che neppure il fiato sul collo dei Russi (1.340 km di frontiera terrestre in comune) riesce a scaldare, liberatosi solo nel 1918 dal pesante giogo dell'Impero Zarista e popolato da individui pacifici per necessità (occorrono un'ora d'auto, o due d...

Servo sì. Ma di chi?

Il fazzolettato a tre punte posto a capo delle stelle a cinque punte non ha ancora cessato di lagnarsi di un Draghi «servo degli USA e della NATO» («Fracchia di Biden», nell'ultimo Crozza su Teletravaglio), che già le prime pagine dei giornali di tutto il mondo strillano la notizia della richiesta di tregua rivolta dal segretario americano alla Difesa americano Austin all'omologo ministro russo Sergej Shoigu. Esattamente quel che Draghi aveva chiesto a Biden nel corso della sua visita a Washington.  Draghi servo di Biden? O Biden servo di Draghi? Quasi in contemporanea Olaf Scholz ritrova sulla rubrica il numero cancellato di Putin e si attacca al telefono per inoltrare al capo di tutte le Russie la medesima richiesta di cessate il fuoco. Confermando in tal modo una preesistente intesa di Draghi non solo con Macron, ma anche col cancelliere tedesco.   Draghi servo dell'Unione Europea? O l'Unione serva di Draghi? Putin, come prevedibile, ha risposto picche ad entrambi, m...