Così nel 2023.
Oggi, 2025, nessuno può negare che ancor più negli USA la mafia si sia fatta Stato, nella persona (si scusi l’eufemismo) di Donald Trump, le cui frequentazioni con personaggi attigui alla mafia newyorkese (tratteggiate anche nel film biografico «The Apprentice») sono riconducibili ai tempi delle prime avventure edilizie sulla Quinta Strada, dove nel 1983 fu edificata la Trump Tower.
Il padrino della Casa Bianca, coronato da una sguaiata corte di criminali e nullafacenti, quand’anche mafia non fosse, ad essa largamente si ispira. E, come ogni padrino, senza saper né leggere né scrivere e ancor meno far di conto, eccelle in quell’arte che gli è propria: imporre e pretendere un «pizzo». Miscelando l’arroganza dei toni col piagnucoloso vittimismo di chi pretende di baggianare il mondo sostenendo d’esser stato proditoriamente offeso e depredato!
«Ci avete derubato per anni!», è l’esplicita accusa che Trump è solito biascicare, col dito puntato, in direzione degli Stati europei. Quasi che l’Europa gli avesse rifilato un mattone ben impacchettato, in cambio di quel pezzo di carta che è il dollaro, e non invece smisurate quantità di ottimi vini, prosciutti, formaggi, condimenti, liquori ed altre prelibatezze. Tra le migliori al mondo.
Chi vive a New York, dove affolla i paradisi gastromici Eataly di Madison Sq. e Lower Manhattan, e ha visto in due decenni la ristorazione italiana imporsi sulla cucina francese, non teme certo un eventuale ritocco dei prezzi all’insù. Ed i produttori europei confidano sul fatto che i dazi finiscano per esser di fatto azzerati dal crollo del dollaro, oggi acquistabile per 0,90€, e domani magari a 0,70€. Amministrato da gente di tal fatta.
L’Europa non deve temere le intemerate mosse di un ignorante che finirà politicamente col suicidarsi, mandando a fondo quella (ex) grande nazione che si è illuso di poter e saper guidare.
Di solo pizzo non si vive, perché il pizzo non si mangia. Consente di acquistare le migliori cibarie, è vero. Ma nel momento in cui quel pizzo viene speso, inevitabilmente ritorna nelle tasche di chi quelle cibarie con tanta fatica, tempo e sapienza ha prodotto.
E poiché il prezzo lo fa chi vende, e non chi compra, ogni possibile aumento sarà un problema solo per chi s’è scelto un Trump per capomafia, non certo per chi vive del proprio lavoro. Anziché del bottino sottratto con la sterile forza della prepotenza.
I Francesi continueranno a mangiar bene e a bere meglio, così gli Italiani e persino i Tedeschi. Gli Americani spenderanno un po’ di più per farlo. Perché così hanno deciso. Non perché qualcuno intenda «derubarli»!
Chi invece vuol nutrirsi di hotdog e popcorn (a dazio zero!) si accomodi pure. E neppure al tavolo: al bancone con lo sgabello alto.
Dal quale – mai come oggi – è tanto facile quanto doloroso sbilanciarsi. Per poi precipitare rovinosamente a terra.
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