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Homemade War

L’ambasciata russa in Italia, un tempo adusa ad esprimersi con vellutate parole e compiacenti sorrisi di austeri diplomatici in feluca, marsina e spadino, ha scelto ancora una volta di affidare a Facebook le proprie comunicazioni ufficiali, intervenendo a gamba tesa sull’imminente scadenza elettorale con una sequenza fotografica che mostra il morituro Putin posare scherzosamente coi principali leader politici italiani. Vecchie foto, ampiamente giustificate dai passati ruoli istituzionali dei personaggi coinvolti, epperò condite da minacciosi sottintesi di gusto ricattatorio, degni di un insoddisfatto hater quattordicenne a corto di alcol. 

Se è questo il linguaggio diplomatico dei Russi, verrebbe da pensare, figuriamoci quello da taverna. Per non parlar della caserma. 

Giusto per non lasciar spazio all’immaginazione, un pronto esempio di quell’aulico idioma giunge quasi immediatamente dalle sprezzanti labbra dell’aiuto gorilla Lavrov, che di quella diplomazia sta a capo. Con un breve messaggio al Consiglio di Sicurezza ONU, il ministro degli esteri russo ha accusato di aggressione nel confronti del suo Paese non soltanto l’intero Occidente, ma finanche quelle organizzazioni internazionali per i diritti umani che insistono nel voler documentare i crimini commessi dalle scalcagnate ed affamate truppe della malarmata armata rossa. 

A chiuder l’elegante discorso, i consueti insulti al capo di Stato ucraino, amorevolmente definito «bastardo». 

Eppure non un solo civile russo in terra russa è stato ucciso dal «bastardo» ucraino, non una sola città in terra russa è stata rasa al suolo da alcun esercito. E tantomeno è in corso alcuna guerra, come tiene a ricordare lo stesso Putin, per cui nessuno può legittimamente protestare se uno Stato occidentale vende o regala armi ed aiuti a un Paese che giuridicamente non può esser definito belligerante.

È una sorta di conflitto fai-da-te, scatenato dall’orso russo per meglio atteggiarsi a vittima e giustificare in tal modo le prossime minacce e aggressioni. 

Una bestia impazzita che, mentre continua a darsi la zappa sui piedi, urla di dolore e inveisce contro un nemico immaginario che solo nella sua mente malata impugna quell'attrezzo con cui essa stessa da sé medesima si ferisce.   

Non è più accettabile che la federazione russa sieda ancora come membro permanente, insieme a Cina, Francia, Gran Bretagna e USA, nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: un organismo espressamente nato al fine di impedire quelle minacce alla pace e all’ordine mondiale che la Russia va oggi rivolgendo al mondo intero. 

Fino a che la Russia manterrà in seno al Consiglio il suo immeritato diritto di veto, nessuna soluzione pacifica della crisi ucraina potrà essere possibile, equa e duratura. 

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