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Le braccia e la testa

In attesa di un'intervista da Giletti, l'ex premier russo nonché attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca Dmitrij Anatol'evič Medvedev, per la gioia degli storici ha affidato a Telegram il seguente elaborato pensiero: «Mi viene spesso chiesto perché i miei post sugli Occidentali siano così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e fanatici. Vogliono la morte per la Russia e, finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire».

Da tanto complesse elucubrazioni i citati storici trarranno non poco carburante per il loro certosino lavoro: 

a) le più alte cariche istituzionali della Grande Madre Russia non scrivono libri da tramandare alle generazioni future, ma messaggini sgrammaticati da consegnare a Internet; 

b) stabilito che l'odio non è un reato, ma un legittimo quanto reciproco sentimento, anch'esso, come ogni altro sentimento, dovrebbe appartenere al minuscolo taccuino degli affari propri, anziché alla sterminata enciclopedia degli affari altrui. L'odio, come l'amore, andrebbe coltivato nel profondo del cuore, eventualmente confidato agli amici più stretti. Mai, in ogni caso, pubblicamente sbandierato, tentando per di più di addurre argomenti che possano giustificarlo. Come se le ragioni dell'odio o dell'amore potessero esser analizzate e spiegate razionalmente; 

c) tali argomenti a sostegno vengono riassunti in due definizioni di inappellabile condanna: bastardi e fanatici. Ora, che gli Occidentali bastardi lo siano per davvero non è una grande scoperta, considerato il millenario rimescolamento di etnie e culture ancora in atto in e tra Europa, Americhe e restanti continenti. Ma se l'alternativa agli imbastardimenti del melting pot è quella di inseguire il sogno di una «razza pura», sterminando le minoranze etniche come usa in Cina, in Turchia o in Russia, viva la bastardaggine! Quanto al fanatismo, poi, inteso come eccessivo entusiasmo per la propria Storia e per la propria cultura, non si può certo dire che in fatto di sfrenato nazionalismo i Russi possano considerarsi secondi a nessuno; 

d) se anche fosse vero quel che Medvedev dice, e cioè che l'Occidente è fatto di bastardi e degenerati, dovrebbe esser lui il primo a gioirne! Un nemico bastardo e fanatico è infinitamente meno pericoloso di un nemico di antico lignaggio ed alta educazione. Perché dunque lamentarsene, anziché sfruttare il vantaggio?;

e) che poi gli Occidentali volessero la morte della Russia, nessuno – a parte Medvedev – se n'era accorto. Anzi, abbiamo prove certe che tre quarti degli Italiani neppure sappiano con quali Paesi la Russia confini, ed il restante quarto sia del romanesco partito del «La Russia? E chi se la fila?», concetto esprimibile anche in più colorite varianti. Ma se anche fosse vero che gli Occidentali trascorrono il tempo libero inventandosi nuovi modi per odiare la Russia (forse oggi sì, proprio grazie a Medvedev, ma fino a ieri no), perché mai soltanto i Russi dovrebbero sentirsi autorizzati ad odiare per iscritto l'Occidente, e viceversa invece no?; 

f) Medvev conclude il testo sacro su Telegram indirizzando agli Occidentali tutti una solenne promessa: «Finché son vivo, farò di tutto per farli sparire». Ora, sorvolando sulla presumibile durata di quel «son vivo», che in Russia non sempre dipende dal clima, dall'età o dalla salute, è più utile soffermarsi sul significato del «farli sparire», da cui discende il seguente dilemma: o Medvedev, degno erede di Rasputin, dispone anch'egli di poteri soprannaturali tali da far scomparire mezzo pianeta col solo uso di formule magiche, oppure intende riferirsi agli armamenti con i quali la Russia potrebbe essere in grado di polverizzare l'Occidente. Così almeno Medvedev crede o vuol farci credere, quando minaccia l'apocalisse nucleare. 

Purtroppo per lui, dopo le miserrime prove offerte in Ucraina da quelle orde barbariche che ambirebbero ad esser chiamate «esercito», non ci sarebbe di che stupirsi se, col medesimo senso del dovere mostrato in Ucraina, si scoprisse che i generali russi han fatto da tempo razzia dell'uranio contenuto nelle testate per rivenderselo a vil prezzo, magari alla Francia o alla Germania. Ma se anche così non fosse, e i Russi dovessero riversare sull'Occidente tutto il loro arsenale atomico, e la NATO dovesse rispondere a tono, resterebbe il fatto che la Russia possiede due sole città, morte le quali è morta la Russia. L'Occidente di quelle città ne ha invece a centinaia e a migliaia, ed è sufficiente che ne resti in piedi anche una soltanto, perché l'Occidente resti per sempre vivo. 

Come lo sarà fino a quando riuscirà, per il solo fatto di esistere, a indispettire e incarognire i suoi nemici, stupidamente incapaci di comprendere da dove provengano idee, creatività, innovazione, industriosità, frutto del libero incontro e scontro fra opinioni. La sola vera grande risorsa che negli ultimi due secoli ha fatto dell'Occidente il software del mondo, relegando al ruolo di hardware chi invece è stato costretto ad usare soltanto le braccia, e obbligato a scordarsi di possedere anche una testa.  

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